

Viaggio nelle librerie indipendenti più belle, e simpatiche, d’Italia
Incastonata in un carruggio del centro storico di Genova c’è una libreria luminosa e accogliente. La grande vetrina, che osservo prima di entrare, promette avventure, storie di vita, esperienze speciali, racconti fantastici: non mucchi di libri, ma titoli scelti, selezionati, esposti con cura. La porta… la porta non c’è, l’entrata è libera. Entro.
È mercoledì mattina e la libreria è affollata. Cerco di individuare Alessia con cui ho appuntamento. Oltre a essere una delle proprietarie del negozio, Alessia segue il reparto ragazzi, quello dove stanno i miei libri. So che è una fan di Fairy Oak e questo mi fa sperare che sarà ben disposta verso di me che voglio intervistarla.
Libreria L’Amico Ritrovato
via Luccoli, 95
Genova
Mentre l’aspetto mi guardo attorno: ho letto sul sito, che la libreria occupa la sala, con colonnato, al piano terreno di un palazzo nobile di Genova, Palazzo Spinola di Luccoli-Balestrino (la facciata principale, affrescata da Giacomo Gandolfi, dà sulla sovrastante piazza Fontane Marose). Probabilmente era l’atrio del palazzo. Restaurato con grande rispetto, oggi è uno spazio splendido.
Individuo Alessia: è circondata da signore e signori che chiedono il seguito di un romanzo che lei aveva consigliato o un titolo dello stesso autore o un nuovo romanzo che sia di loro gusto. Alessia pensa e intanto consulta il computer. Non riuscirò mai a parlarle, mi dico. Sono venuta apposta dal Piemonte su consiglio di mio fratello, frequentatore della libreria. “Se sei in cerca di librai indipendenti con storie da raccontare devi venire a conoscere Alessia e Fabio”.
Forse avrei dovuto venire a libreria chiusa, penso, mentre Alessia continua a dispensare consigli, a cercare libri e a battere conti sulla cassa. Come farò a monopolizzare la sua attenzione per mezz’ora con tutta quella gente? Mi intrattiene Wendy e io sono subito conquistata dal suo sguardo dolce e intimorito. Non avere paura, le dico, adoro quelli come te, con le orecchione lunghe, come il mio Briquet, mi strappano il cuore.
Wendy è un cane da caccia, un bracco. Mi gira attorno senza perdere di vista Alessia, che segue dappertutto. Finalmente le vedo arrivare entrambe verso di me. Alessia ha un sorriso e un modo di fare che rendeno tutto super facile! Si scusa per essere stata occupata. Pensa te!
Ci accomodiamo sulle vecchie sedie da teatro che avevo visto in una foto del sito: evviva! Mi piacciono un sacco.
È un momento di calma. Con Wendy seduta ai suoi piedi, Alessia comincia a raccontarmi la storia della sua libreria. È un aneddoto dopo l’altro. Mi spiega l’origine del nome: “Il titolo del libro di Fred Uhlman si adatta perfettamente a noi: siamo di fatto degli amici ritrovati”. Sì, è vero. Alessia con Fabio e altri due colleghi, hanno gestito per molti anni una libreria storica a Genova, la Assolibro. Digitate il nome in internet e guardate cosa è successo quando dei commercianti cinesi hanno rilevato gli spazi, ampi e costosi, decidendo la chiusura della libreria. Una rivoluzione! Manifestazioni di piazza, iniziative social, i genovesi hanno fatto di tutto per salvare il loro presidio culturale, il loro punto di ritrovo, un posto amico (e da genovese vi dico che un successo come questo a Genova vale doppio). L’ultimo saluto alla Assolibro l’hanno dato ritrovandosi tutti nel negozio di via San Luca 58, a comprare ciascuno un ultimo libro (guardate qui il video, è commovente).
Fabio, incapace di rassegnarsi all’inevitabile chiusura del negozio, lo lascia prima di vedere scendere la saracinesca e va ad aprire una piccola libreria sul lungo mare di Camogli: L’Ultima Spiaggia. E siccome lui e Alessia sono di Ventotene, e sull’isola non ci sono librerie, portano i loro libri anche lì e una seconda L’Ultima Spiaggia, “due bei locali, freschi e pieni solo di libri” apre nella piazzetta principale del borgo.
E a Genova? Alessia vorrebbe riaprire anche lì. Cercano i locali e quando vedono lo spazio di via Luccoli se ne innamorano. Da via San Luca a via Luccoli: pare giusto.
Il giorno dell’apertura, il 16 ottobre 2014, alle ore 16, orario annunciato sui social e dai giornali, i libri non sono ancora tutti al loro posto e occorre finire di sistemare il rinfresco, le bevande, i bicchieri… Sono in ritardo. Dalla via, intanto, giungono voci, tante voci! Un fracasso incredibile.
“Ma quanta gente è venuta?” si chiedono i librai. Alessia si commuove e comincia a piangere. Deve aprire, ma con quei lacrimoni agli occhi… “Pazienza, mi vedranno che piango, è commozione” si dice. Tira su la saracinesca e il negozio si riempie di persone festanti; sono i genovesi strafelici d’avere finalmente ritrovato i loro amici.
“È stato Natale per tre mesi!” mi racconta Alessia. “Pieni così!“. Siete pieni ancora oggi, dopo quattro anni, le dico io. Lei sorride. Le piace da morire il suo mestiere.
“Senti cosa succede a Camogli d’estate” mi racconta. “Dopo pranzo, quando i genitori fanno il pisolino sotto l’ombrellone, i bambini, che non possono fare il bagno, si annoiano. E cosa fanno? Vanno in giro (a Camogli, sul lungomare non circolano le auto) e io me li ritrovo in costume da bagno, sporchi di ghiaietta, in negozio a sfogliare i libri. Si siedono al fresco e cominciano a leggere. Dopo un po’ entrano come furie i genitori, preoccupatissimi. «Ma dov’eri? Ti ho cercato dappertutto!» gridano. «Sai che non devi allontanarti! Pago l’affitto per una casa al mare e tu te ne stai chiuso qui dentro!» Prima di essere trascinati fuori, i bambini mi riconsegnano i libri che stavano leggendo. Io mi segno su un quaderno il numero della pagina che erano arrivati a leggere. Il giorno dopo tornano e mi richiedono lo stesso libro. «Dov’ero arrivato?» mi chiedono. «Qui» dico io. E ricominciano da dove avevano lasciato. Capito? Faccio la bibliotecaria. Purché non facciano orecchie alle pagine e non lascino niente dentro al libro, sono felice che leggano”.
Capito chi è Alessia? Le faccio presente che a volte le librerie possono mettere in soggezione: per esempio chi non è abituato a frequentarle e pensa che non capirà la disposizione dei libri; chi non sa cosa chiedere e come chiederlo. Come si fa a invogliare qualcuno a entrare in libreria senza sentirsi giudicato? “Noi abbiamo tolto la porta” mi risponde. Non saprei cosa cos’altro aggiungere. “Poi chiedimi se a dicembre, con due gradi sotto lo zero, pensavo ancora che fosse una bella idea” aggiunge lei. Ridiamo e dopo poco arriva anche suo marito Fabio, il romano che ha fatto breccia nei cuori dei genovesi. Mi racconta di Ventotene e di un dialogo avvenuto fra due personaggi al porto un giorno che lui e Wendy stavano sbarcando dal traghetto: “È arrivato il libraio” dice uno. “Eggià” fa l’altro, “è arrivato il libraio e s’è portato pure il libracco!”. Lui me lo racconta in dialetto pontino e io mi ribalto dal ridere. Wendy il libracco del libraio! Le faccio una foto.
Avevo calcolato di fermarmi da loro mezz’ora, poi sarei andata a pranzo da mio fratello e avrei visto i miei nipoti, Tommaso e Francesco. Siccome tardo, Guido mi raggiunge in libreria e restiamo a parlare con Fabio e Alessia per un’altra ora. Fabio ci racconta ancora di Ventotene, facendoci venire una voglia di andare a trovarli!!!, e del carcere di Santo Stefano, dove è stato richiuso anche il presidente Pertini. Mi mostra due bei libri: Ventotene e Santo Stefano, a cura di Pino Pepe, e Memorie di un ex terrorista, di Giuseppe Mariani, entrambi editi da… Ultima Spiaggia! Sono anche editori! Pubblicano (come scrivono sul loro sito) “libri ritrovati: libri da riscoprire, di narrativa italiana e straniera, scelti, consigliati e curati direttamente dai librai per i propri lettori”. E inediti: “… brevi saggi, documenti ritrovati e mai pubblicati, volumetti curiosi con cui rileggere la realtà d’oggi attraverso uno sguardo nuovo”. In formato tascabile.
Suona il cellulare di Guido: i ragazzi sono arrivati a casa da scuola. Aspettano la focaccia col formaggio che papà e zia avevano promesso. Salutiamo Alessia e Fabio e ci separiamo da loro a malincuore.
Ce l’avessi, una libreria così vicino a casa mia, con dei librai come loro, ci passerei le giornate! Conto di tornarci presto, a trovare, anzi, meglio, a ritrovare i miei nuovi amici.
Nella libreria ho seminato un libro. Se vuoi raccoglierlo tu, trovi le indicazioni nella sezione del blog I libri seminati.
Alla prossima.
Le foto sono prese dal sito della libreria: https://www.amicoritrovato.it
Palazzo Roberti, a Bassano del Grappa
Sono gioielli incastonati fra le vie delle nostre città. Accoglienti, ordinate, talvolta specializzate (Ragazzi, Libri Antichi, Arte e Architettura, Fotografia…), rare, molto amate da chi le possiede e da chi le frequenta. Sono le librerie indipendenti. È difficile stabilire quante siano, ma si sa che sono sempre meno, nonostante nella competizione con le grandi catene vincano per competenza, dedizione e servizio al lettore. È senz’altro il caso della Libreria Palazzo Roberti, a Bassano del Grappa, annoverata fra le più belle librerie al mondo.
Libreria Palazzo Roberti
Via Jacopo da Ponte, 34
Bassano del Grappa
Ho conosciuto le proprietarie, le sorelle Manfrotto, due anni fa, quando mi hanno invitato a presentare un mio libro nella loro splendida sala, affrescata da Giovanni Scajaro, della scuola del Tiepolo, al piano nobile del palazzo di fine ‘600 che ospita la libreria. Sono rimasta a bocca aperta.
“Qui ha dormito due volte Napoleone, nel 1796 e nel 1797” mi dice Veronica. Non so se abbia dormito proprio in quella stanza, nel mezzanino, al piano terreno, al terzo piano, o in quale spazio di questo magnifico contesto, antico ed elegante, che ora ospita migliaia di libri. Però me lo vedo, Napoleone, che sfila facendo tintinnare gli stivali (o forse sbadigliava trascinando le pantofole, stremato dalla Campagna d’Italia?) sui quei bei pavimenti in stile veneziano, o a fare a due a due i gradini dello scalone in marmo rosso che porta alla sala nobiliare, dove presenterò io. Io? Qui? Naaa.
Era già stato amore a prima vista quando, svoltando per entrare nella libreria, dal retro, mi sono trovata in un giardino ordinato e molto ben curato. “Qui si svolgono alcune presentazioni nella bella stagione e facciamo i tè letterari“, mi spiega Lorenza. “Uh, come mi ci vedrei bene a presentare un libro qui, o a parlare di libri, pucciando biscottini secchi nel tè, fra le camelie!” mi dico. Leggo in un articolo pubblicato su internet che il giardino non è sempre stato così. Quando la famiglia Manfrotto (vi dice niente il nome, amici fotografi, film maker?…) ha acquistato il palazzo, il giardino era un intrigo di rovi ed erbacce che nascondevano la facciata. È stato fatto un magnifico restauro, come anche all’interno.
Alla libreria si accede da via da Jacopo da Ponte, numero 34, e subito ci si trova in uno spazio sontuoso, l’androne seicentesco, con gli archi, ampio, caldo, accogliente. I libri sono tantissimi, ordinati, facili da consultare. E se hai bisogno chiedi: c’è Vittorio Campana, responsabile della narrativa. Ha la voce di Mario Biondi, un sorriso contagioso e facciamo subito amicizia; da Enrica Lago, responsabile del reparto Ragazzi e Didattica imparo: lei sa tutto, ma proprio tutto, di libri per lettori dai 2 ai 18 anni; poi ci sono Franco Bizzotto, responsabile di Saggistica e Arte, Francesco Niccoli, Manualistica e Professionale, Arturo Moro che segue il turismo e lo sport. E naturalmente loro: Lavinia, Lorenza e Veronica Manfrotto.
Tre sorelle, tre donne diverse, educate alla cortesia, al rispetto e ad amare la cultura. Sono gentilissime, eleganti, allegre, tanto accoglienti da risultare familiari. Sarà per questo che nelle dediche lasciate dagli scrittori ospiti della libreria, centinaia provenienti da tutto il mondo, ricorre la frase: “È stato come essere a casa”?
“Cara Lorenza, Lavinia e Veronica, mi sono sentito a casa con voi e nella vostra bellissima libreria! Rivediamoci presto! David Grossman”
È successo anche a me, di sentirmi a casa quando sono stata da loro, e la parola magica me la suggerisce Lavinia: immedesimazione. “Mi immedesimo nel nostro ospite e faccio del mio meglio per farlo sentire a suo agio. Arrivo perfino a cercargli la penna con cui preferisce firmare gli autografi: gli chiedo cosa vorrebbe da bere dopo aver tanto parlato e lo difendo da chi, solo per il fatto d’aver letto un suo libro, si sente suo intimo amico e al momento della firma oltrepassa un po’ la linea”.
Immedesimandosi in un autore molto conosciuto, le sorelle Manfrotto lo invitano a cena a casa loro, “così evitiamo che venga disturbato, mentre mangia, da chi pretende di fare un selfie”. Lavinia mi racconta che a casa le chiacchiere si fanno più intime e spontanee, si crea amicizia e capita che qualcuno racconti barzellette. Immagino la scena: una casa elegante, la tavola bene apparecchiata, la famiglia Manfrotto che offre un bicchiere di ottimo Tai al loro ospite, mentre ripassano con un sorriso i momenti interessanti della giornata. Parlano di libri, di librerie, di arte, di viaggi, raccontano aneddoti, barzellette. Non vorreste essere anche voi lì, a bere un bicchiere di buon vino con David Grossman, Serena Dandini, Antonio Albanese, Simonetta Agnello Hornby, Kiran Desai, Pennac… Bellissimo!
Un modo per ascoltare questi grandi autori, e molti altri, ce lo offrono di nuovo le sorelle Manfrotto. Non a casa loro, ma sul sito che, grazie al progetto di Lorenza, somiglia molto alla libreria: ci sono tanti “angolini” piacevoli dove fermarsi a sfogliare un libro, leggere una trama, curiosare fra le dediche degli autori, informarsi sulle iniziative culturali. Nella sezione Archivio video potete vedere Pennac, e molti altri, presentare il proprio libro.
Tanti scrittori, milioni di libri e sceglierli diventa un avventura. Entrare in una grande libreria talvolta suscita in me lo stesso sbigottimento che mi assale quando arrivo in un enorme parcheggio vuoto e non so dove lasciare l’auto. Vado a caso da un posto all’altro senza decidermi, finché un benedetto parcheggiatore abusivo mi indica: “Qui!”.
E in libreria? Chi mi dice quale libro mi piacerà? Servirebbe qualcuno che li abbia letti tutti o, insomma, quasi tutti, e che cerchi di capire cosa voglio. Ebbene, nelle librerie indipendenti questa figura c’è e non è abusiva (perciò non dategli due euro di mancia quando uscite).
I librai indipendenti, incoscienti appassionati, leggono i libri che vendono. E quando un cliente chiede loro un consiglio lo ascoltano… “Quando qualcuno deve regalare un libro, o lo deve acquistare per se, e chiede un consiglio, di solito rivela alcuni dettagli della sua vita o della persona a cui lo deve dare a volte intimi (è appena stata lasciata dal fidanzato, è diventata vedova, ha avuto un tumore e voglio che si distragga); si scopre un po’ e io” è Lavinia che racconta, ” per un brevissimo momento, divento una sua confidente, quasi un’amica. Da piccola mi sono sempre sentita giudicata quando entravo in una libreria; ecco, è una cosa che cerco di non fare mai: il fatto che io legga molti libri non mi fa sentire una libraia affermata o superiore a chi non legge, ma solo una persona che può trovare più facilmente di altre un bel libro da consigliare”.
In Italia vengono pubblicati sessantamila nuovi titoli all’anno. Dove trovate il tempo per leggerli tutti? Lavinia sorride: “Guardate il tizio che legge seduto accanto a voi nella sala d’attesa del dentista, o sulla banchina in attesa del treno, o in coda con voi davanti all’aula di ricevimento dei professori, con buona probabilità è un libraio. Io faccio così”. Capito? Leggono ovunque sia possibile.
Dovremmo farlo tutti. Invece solo il cinquanta, cinquantacinque per cento di noi legge almeno un libro all’anno. In Belgio e in Francia sono più dell’ottanta per cento. Vergogna. Chiedo a Lavinia e a Lorenza cosa direbbero a un ragazzo per convincerlo a leggere? Mi rispondono: “Gli diremmo che tornare a casa sapendo che c’è un bel libro da prendere dal comodino è uno dei momenti più belli della giornata. Che in un libro possiamo trovare scritte cose che pensavamo da anni e che non sapevamo spiegare. Che se uno scrittore è bravo ti farà sentire il vento sul viso stando disteso sul letto. Che immedesimarsi in un personaggio che compie imprese eroiche o mirabolanti è un’occasione straordinaria per divertirsi e imparare lezioni fondamentali“. Non potrei essere più d’accordo.
E con le scuole, che rapporto avete? “Quando le insegnanti vengono a comprare i libri per le classi cerchiamo di accompagnarle nell’acquisto e di illustrare le novità e le nuove collane. Poi teniamo aggiornato il sito della libreria con i libri che consigliamo e proponiamo varie bibliografie (tematiche- estive…) in modo che possano avere una panoramica dell’offerta. Enrica (Lago) è molto brava nel suo lavoro e la bibliografia che prepara durante l’anno, o per le letture estive, è ricca ed esaustiva: credo sia un ottimo strumento per le insegnanti.
Sarebbe bello se…
“Sarebbe fantastico se ogni italiano leggesse almeno un libro all’anno!”
Ce ne consigliate tre?
Lorenza: “Le assaggiatrici, di Rosella Postorino, edito da Feltrinelli
Lavinia: “Fiori sopra l’inferno, di Ilaria Tuti, edito da Longanesi
Veronica: “L’intruso, di Tana French, edito da Einaudi
La chiusura che sintetizza perfettamente la filosofia della Libreria Palazzo Roberti la lascio fare a Lorenza Manfrotto.
Alla prossima.
Le fotografie e il video sono presi dal sito della libreria: http://www.palazzoroberti.it